C’è tutto un mondo sotterraneo a Verzino, nel crotonese

Gli anfratti presenti nel ‘mondo sotterraneo di Verzino’ comprendono al loro interno, la grotta più lunga della regione con i suoi cinque chilometri di estensione e il secondo complesso di spelonche più lungo d’Italia per tipologia di roccia, ci troviamo nell’alto crotonese, in prossimità di alcune delle piccole ma uniche realtà come Verzino, Caccuri, Cerenzia, Castelsilano, Pallagorio, Casabona e Belvedere di Spinello, che rappresentano quel tratto identitario e distintivo tipico delle “aree interne” e della meravigliosa Italia profonda dei borghi.




Il sito si caratterizza per la presenza di rocce evaporitiche di natura gessosa e per questo facilmente modificabili dall’azione umana e degli agenti atmosferici, oltre che dallo scorrere dell’acqua che ha creato diverse cavità naturali straordinarie. Particolarmente suggestivo è il complesso “Le Grave”, formato da quattro grotte unite tra loro grazie all’azione dell’omonimo gruppo che ha collaborato con altri appassionati di speleologia pugliesi e siciliani. L’area si sviluppa su un dislivello di centoquaranta metri con morfologie e colori spettacolari, dal verde smeraldo delle vasche della Grotta Vallone Cufalo alle stupende sfumature del soffitto del Ramo di Cenerentola nella grotta di Grave Grubbo. I percorsi sono accessibili ai visitatori esperti muniti di adeguate attrezzature e preparazione e accompagnati da guide esperte.




Grotte del Verzino – Foto della pagina Facebook del gruppo speleologico GSG “Le grave”
Il complesso di grotte in superficie accessibile a tutti
Anche le grotte presenti in superficie sono attualmente visitabili e vengono infatti raggiunte tanto dagli appassionati di storia, archeologia e speleologia, quanto dai turisti e dalle scolaresche curiose di osservare in prima persone la particolare conformazione del sito. Quello di Verzino è un luogo affascinante nel quale la bellezza della natura incontra le antiche tradizioni e la cultura materiale locale, il legame autentico e profondo tra la natura e la comunità locale è così stretto da mostrarsi quasi plasticamente agli osservatori e ai turisti che decidono di raggiungere le grotte che sembrano sostenere l’abitato soprastante. Le spelonche, non sono naturali, ma sono state pazientemente scavate dall’uomo anche grazie alle caratteristiche di una roccia arenaria facilmente lavorabile, un sistema comunicante di tre spazi con nicchie e anfratti impiegati anche per riporre utensili e oggetti d’uso quotidiano impiegati dai suoi antichi abitanti che tra il IV e il V secolo A.c avrebbero già popolato il caratteristico sito di Verzino. Il complesso delle quarantatré grotte si estende su quattro livelli e costituisce, anche per questa ulteriore caratteristica, un percorso unico da visitare per scoprire quelle che probabilmente costituiscono le prime tracce dello stanziamento delle popolazioni precedentemente nomadi in questo sito, diventato grazie alla loro presenza un luogo abitato al quale è stata conferita un’identità ben definita. Arricchisce, con una particolare suggestione interpretativa, il già affascinante sito, un enorme masso presente all’interno di una cavità, nella quale probabilmente l’opera di scavo degli antichi abitanti di questi luoghi si è dovuta fermare, dove è possibile scorgere i segni di una conformazione particolare dai tratti di un bisonte o di un elefante. Inoltre, la presenza di numerosi fori nell’arenaria potrebbe testimoniare l’impiego contadino, agricolo e dedito all’allevamento di questi luoghi, in quanto all’interno dei fori sarebbero stati inseriti dei pali lignei che incastrati tra loro avrebbero creato la struttura portante di soppalchi o giacigli di fortuna, impiegabili magari nella stagione estiva, dagli antichi allevatori di queste grotte.
Le grotte, come già accennato, sono visitabili e offrono uno dei panorami più suggestivi del Mezzogiorno, costituendo lo scenario adatto per apprendere la tecnica della scoperta speleologica in sicurezza, accompagnati da professionisti del settore capaci di far apprezzare le bellezze che il sottosuolo di questo incredibile sito speleologico è in grado di offrire ai suoi visitatori introducendoli al “battesimo della montagna”. Tutte da scoprire sono anche le meraviglie naturalistiche del territorio circostante come il percorso del fiume Vitravo, perfetto per delle escursioni a diretto contatto con la natura.





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Foto di copertina di Legrave