Capo Colonna, al via il contest fotografico ‘Le storie del Lacinio’

La Direzione Regionale Musei Calabria ha reso noto sui social che: «Anche quest’anno il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna ha bandito il concorso fotografico ‘Le storie del Lacinio‘, giunto alla sua quinta edizione, con l’intenzione di premiare i migliori scatti fotografici realizzati dai fotoamatori e dagli appassionati di fotografia. Il tema scelto è «terra che accoglie», un modo per ribadire la capacità di accoglienza di una terra rivolta ai vari mondi mediterranei, per cui accogliere significa non solo atto solidale con chi cerca di sbarcare sulle coste calabresi, ma anche valore umano dalle molteplici sfumature: dunque accettazione di una nuova vita che nasce, accoglienza del partner in una nuova coppia o nucleo familiare, o piuttosto accettazione di nuovi costumi ed usanze secondo commistioni inedite, come quelle di amici di nazionalità, lingua o cultura diverse dalla propria; insomma, varie declinazioni di un comune denominatore, l’umanità.

Le immagini dovranno pervenire entro e non oltre l’otto agosto 2023. La giuria, composta da professionisti della comunicazione, della promozione, dell’arte e dell’immagine, sceglierà le tre fotografie vincitrici che verranno premiate il diciannove agosto in occasione della Giornata Mondiale della Fotografia ed esposte assieme a tutte le altre partecipanti in una mostra che si terrà all’interno del Museo archeologico di Capocolonna».

Sul sito dedicato della Direzione Regionale Musei Calabria è possibile scaricare gli allegati contenenti la liberatoria, il regolamento in dettaglio e il modulo di partecipazione.

La colonia magno greca di Kroton, città dell’accoglienza e culla della cultura

Scrigno di saperi, tradizioni, culture e lingue diverse, la Calabria è uno splendido esempio di accoglienza di cui vi è traccia nella sua storia. La culla della Magna Graecia ha infatti accolto i greci quando fondarono numerose colonie nelle quali prosperarono le arti e la cultura, come quella della celebre Kroton.

I segni di questa accoglienza e arricchente contaminazione sono rimasti vivi nel tempo ancora oggi, pur risalendo a più di duemila anni fa, basti pensare alla devozione dell’antica Kroton verso la Dea Hera, alla quale è stato dedicato il tempio di Hera Lacinia, di cui oggi resta in piedi ferma e fiera un’iconica colonna a sfidare l’inesorabile incedere del tempo, o quella verso il Dio Apollo, a cui vennero rivolti numerosi templi tra i quali quello di Apollo Haleo, nella meravigliosa spiaggia di Punta Alice.

Come non ricordare la famosa scuola di Crotone, capace di esprimere una grandiosità culturale destinata a fare da eco nella storia grazie alla sintesi delle culture dei popoli dove Pitagora aveva vissuto? Già, proprio Pitagora che lega il suo nome al celebre teorema da tutti appreso fin da bambini, a dimostrazione di quanto meravigliosa, unica e potente sia stato il significato dell’accoglienza a Crotone e in Calabria.

Si potrebbe proseguire a lungo, ripercorrendo i segni dell’accoglienza e dello spirito di condivisione che arricchisce e produce valore, non negando, ma valorizzando le straordinarie differenze peculiari di ciascuna cultura, che in Calabria, come detto, è fortemente contaminata da quella greca e a Crotone lega il suo nome con uno dei più noti atleti del mondo antico, Milone, al quale oggi sono dedicati palazzetti e strutture sportive.

Ma la Calabria e Crotone, affacciati sul Mediterraneo, sono stati spesso il porto di attracco sicuro che ha fatto approdare dominazioni diverse sul territorio come quella bizantina, araba, normanna, angioina e aragonese, capaci di lasciare le loro influenze artistiche, culturali e linguistiche che rendono questi luoghi uno straordinario veicolo di cultura e ricchezza, per citare uno tra i più celebri simboli della Calabria e del crotonese, non si può non menzionare la suggestiva «Fortezza Aragonese di Le Castella» sospesa sul mare tra passato e futuro.

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Foto di copertina Crotone Colonna di Hera Lacinia