Cala Janculla: la spiaggia segreta raggiungibile via mare o per sentieri [FOTO]
Tutto ciò che è inaccessibile, spesso, risulta ancora più affascinante: perché se non è per tutti, allora, è davvero un privilegio. Esclusiva: è così che si può definire Cala Janculla, un tratto della Costa Viola che pare appartenere ad un altro pianeta. In realtà siamo a due passi da Seminara (RC), in uno di quei luoghi da cartolina da guardare mentre sei al caldo, in ufficio, in città a sospirare spiagge da sogno con sabbia dorata e tiepida e acque limpide in cui restare in ammollo per ore e lasciare impegni e pensieri a casa.
L’origine del nome Cala Janculla è incerta e avvolta nella leggenda. Esistono diverse ipotesi, ognuna con il suo fascino e la sua storia: quella più diffusa riconduce il nome al greco antico. Secondo questa teoria, “janculla” deriverebbe da una contrazione di due parole: gynaikoula, che significa “donna”, e iankula, che significa “valle”. Questa interpretazione si basa sull’idea che la cala fosse un luogo frequentato dalle donne, forse per motivi legati alla pesca o alla raccolta di frutti di mare.
Un’altra ipotesi meno diffusa, ma comunque interessante, fa riferimento al dialetto calabrese. Secondo questa teoria, “Janculla” deriverebbe da jacu ‘iḍḍru, che significa “acqua scura” o “acqua profonda”. Questa interpretazione si basa sul colore del mare che assume sfumature scure e profonde in alcuni punti. C’è poi una leggenda secondo cui Cala Janculla fosse un luogo sacro per le Amazzoni, un popolo di donne guerriere. Si dice che le Amazzoni si recassero qui ogni anno per un rituale di accoppiamento con uomini provenienti da altre popolazioni. Il nome “Janculla” deriverebbe proprio da questo rituale e significherebbe “luogo dell’accoppiamento”.
Ma oltre la storia, le etimologie e le leggende c’è una verità: la spiaggia è un vero paradiso. La baia è incastonata tra due speroni di roccia, a circa 180 metri sul livello del mare ed è raggiungibile solo via mare. La costa, frastagliata e rocciosa, è punteggiata da piccole calette e grotte nascoste. Intorno, la macchia mediterranea, i boschi di pino domestico e i lecci abbracciano la caletta e la rendono un paradiso incontaminato. In realtà, un’alternativa al mare c’è e fa la gioia degli amanti del trekking. Il Sentiero del Trecciolino, conosciuto anche come Alta Via della Costa Viola, è un percorso escursionistico mozzafiato che si snoda lungo la costa calabrese, tra Palmi e Cala Janculla, appunto, nella suggestiva Riserva Naturale Regionale Costa Viola. Inaugurato nel 2008, ripercorre in parte il tracciato di una vecchia ferrovia a scartamento ridotto costruita negli anni ’30 per il trasporto di materiale edile necessario alla costruzione della diga del Molino. Il nome “Tracciolino” deriva proprio dai binari che, un tempo, solcavano la montagna. Il sentiero si sviluppa per circa 12 chilometri ad un’altezza media di 900 metri sul livello del mare, offrendo agli escursionisti panorami mozzafiato sulla costa calabrese, il Mar Tirreno e le Isole Eolie snodandosi tra boschi di querce, macchia mediterranea e falesie a picco sul mare.
Una volta arrivati non resta che godere del mare. In tanti, qui, praticano snorkeling e immersioni attratti da una fauna marina davvero ricca che include pesci colorati, coralli e tartarughe marine. Per chi, invece, non riesce proprio a stare fermo una giornata nello stesso posto, nei dintorni ci sono alcune mete davvero imperdibili: la Grotta del Palombaro, accessibile solo via mare, è famosa per le sue stalattiti e stalagmiti; la torre di Palmi, la torre saracena del XVI secolo situata sulla cima di una collina che domina la città; il Santuario di Maria Santissima del Soccorso, un gioiello di arte e di fede situato a Mammola, a pochi chilometri da Cala Janculla. Non resta che partire! Però, nota bene: Cala Janculla è un luogo incontaminato da preservare. Per questo motivo, è importante rispettare l’ambiente e non lasciare rifiuti sulla spiaggia. Ricordate di portare con voi acqua, cibo e crema solare, in quanto non ci sono servizi sulla spiaggia.
(Foto copertina: @laganaenzo)