Archeo Comuni di qualità: un tour attraverso secoli di storia del Reggino

Dieci comuni con una missione unica: valorizzare l’imponente patrimonio storico-archeologico presente nel Reggino e trasformarlo in un forte attrattore per i visitatori e conseguentemente motore di sviluppo turistico dell’intera area. Un unico itinerario originale che attraversa Bova Marina, Brancaleone, Casignana, Portigliola, Locri, Gerace, Marina di Gioiosa Ionica, Gioiosa Ionica, Monasterace e Stilo.

Cittadine accomunate da una caratteristica che le rende uniche, appunto, la presenza sul proprio territorio di siti archeologici, presidi culturali ed affascinanti strutture architettoniche antiche. Veri e propri tesori dell’intero patrimonio storico-archeologico nazionale.
Si tratta degli “Archeo comuni di qualità” un progetto messo in piedi proprio per valorizzare questo immenso scrigno pieno di gemme preziose. Un viaggio attraverso la storia, un cammino in grado di attraversare molteplici epoche che vanno dall’era pre-ellenica, passano poi per i Greci fino a giungere ai discendenti Grecanici.
Per rilanciare questo progetto nei giorni scorsi, nella sala conferenze del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, si sono dati appuntamento studiosi del mondo dell’arte, esperti, autorevoli rappresentanti delle Istituzioni, giornalisti, rappresentanti di Associazioni culturali, operatori turistici nonché numerosi cittadini.

In quell’occasione è stata anche presentata la terza ristampa della piccola guida “Gran Tour tra i Pre-Elleni, i Greci, i Romani, i Bizantini, i Normanni, gli Ebrei e i discendenti Grecanici”. Si tratta di un itinerario turistico attraverso i 10 borghi archeologici del Reggino. Un affascinante itinerario che ha il suo naturale punto di partenza dal museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria e percorre i Comuni di Bova Marina, Brancaleone, Casignana, Portigliola, Locri, Gerace, Marina di Gioiosa Ionica, Gioiosa Ionica, Monasterace, Stilo.
La brochure rientra nel progetto “Comuni archeologici di Qualità”, nato nel 2013 dalla sinergia dei 10 Comuni reggini coordinati dal commissario straordinario del Comune di Locri Francesca Crea, vicepresidente di Archeoclub “Area Integrata dello Stretto”, mira a potenziare l’interesse per questi siti che costituiscono parte importante del patrimonio archeologico nazionale.
Il tour archeologico tra i dieci comuni
«Il patrimonio archeologico di Bova Marina – ha illustrato Rosanna Trovato, Presidente di Archeoclub D’Italia Area Integrata dello Stretto – abbraccia 9000 anni di storia: dal VII°- VI° millennio a.C. fino all’epoca greco-romana, tardo antica e medievale. Accanto agli oltre 70 siti neolitici da cui provengono ceramiche, asce di pietra, strumenti litici di ossidiana e vasi decorati, in località Umbro è stata portata alla luce una fattoria rurale greca di epoca classica (V°-IV° sec. a.C) ed un interessante insediamento fortificato del periodo arcaico (VI° sec. a. C.) a San Salvatore nei “Campi di Bova”. Un sito archeologico di eccezionale rilevanza, data la sua rarità, si trova in località San Pasquale».


«Nel luogo dove sorgeva la romana Scyle citata dalla Tabula Peutingeriana – ha raccontato Trovato – è possibile vedere il Parco Archeologico “Archeoderi”, comprendente la sinagoga del IV° sec. d.C. (seconda per antichità in Occidente, dopo quella di Ostia antica), con il suo mosaico policromo raffigurante i più importanti simboli ebraici. Sempre nella Vallata del San Pasquale troviamo la chiesetta della Panaghia (VII°-VI° sec.d.C.), di fronte ad essa, a “Panagulla”, è stato scoperto, di recente, un interessante insediamento di epoca tardo-imperiale».
«A circa 2 km dal centro costiero, in località Apàmbelo – ha continuato Rosanna Trovato – la chiesetta bizantina di San Niceto (X° sec. circa), con la sua struttura a due piani rappresenta quasi un “unicum” in Calabria. Infine, una straordinaria testimonianza di “archeologia viva”: Bova Marina si pregia della presenza di parlanti la lingua greca, radicata da 28 secoli».


Non solo Bova dunque in questo itinerario legato al progetto nato da un accordo di collaborazione tra il Coordinamento di Archeo Comuni di Qualità e Archeoclub D’Italia.
«C’è l’escursione nel territorio di Condofuri nella Vallata dell’Amendolea – ha detto a questo proposito Trovato – che prende nome dalla maestosa fiumara navigabile nell’antichità e che ha rappresentato il confine delle poleis magno-greche di Reggio e Locri».

«Nella stessa vallata si trovano i ruderi dell’antico borgo arroccato di Amendolea con alcuni tratti delle mura difensive, il Castello Normanno e la Chiesa di S. Maria Assunta e, nelle sue immediate vicinanze – ha illustrato ancora Trovato – i ruderi delle chiesette bizantine di Santa Caterina, San Sebastiano e San Nicola. A Gallicianò è visitabile la Chiesa di San Giovanni Battista che emerge su un alto basamento, come un tempio, e dove recentemente è stata realizzata una piccola chiesa ortodossa “Panaghìa tis Elladas” (Madonna della Grecia). Bova (Vua), centro della Calabria greca, dove la popolazione anziana parla ancora il grecanico». «Interessante è il Museo della lingua Greco-Calabra “Gerard Rohlfs” ed la cerimonia che si svolge nel giorno di domenica delle Palme a Bova dove vengono portate in processione statue vegetali (intrecci di canne, foglie d’ulivo, fiori e frutta) rappresentanti Persephone, dea greca che simboleggia la primavera».
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