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Anno giubilare, l’arte liturgica calabrese al servizio della Chiesa

Anno giubilare, l’arte liturgica calabrese al servizio della Chiesa

Quando il 1° gennaio 2025, solennità di Maria Santissima Madre di Dio, si è aperta a Roma la Porta Santa della Basilica di Santa Maria Maggiore, ha avuto inizio ufficialmente il Giubileo della Speranza. Una delle quattro Basiliche papali di Roma, è il luogo che domina da sedici secoli il cuore dell’Esquilino e custodisce la veneratissima icona della Salus Populi Romani. È qui che, secondo la tradizione, la Vergine avrebbe indicato in sogno al patrizio Giovanni e a Papa Liberio il luogo dove costruire la sua dimora. Ed è sempre qui che, ogni anno, il 5 agosto, viene rievocato il Miracolo della Nevicata, con una cascata di petali bianchi che scende dal soffitto durante la celebrazione, in una sorta di unione ideale tra l’assemblea e la Madre di Dio. Per Papa Francesco, questo santuario è da sempre un punto di riferimento: vi si reca in preghiera prima e dopo ogni viaggio apostolico e, anche recentemente, al termine della degenza all’ospedale Gemelli, ha voluto fare tappa proprio qui. Poi, è proprio in questa Basilica, così intimamente legata alla sua spiritualità, che ha scelto di essere sepolto.

La celebrazione del 1° gennaio, presieduta su mandato del Pontefice dal cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della Basilica papale, si è svolta alla presenza delle autorità religiose e civili, in un clima di raccoglimento e solennità. E in questo contesto, l’arte liturgica ha trovato una delle sue espressioni più alte, attraverso i paramenti che hanno accompagnato il rito.

Ogni capo indossato dai celebranti, ogni elemento del parato porta su di sé una storia. Le trame di luce, le stoffe pregiate, le cuciture d’oro e d’argento non sono soltanto ornamento, ma voce di una bellezza che sostiene la fede e la accompagna nei suoi momenti più solenni. Un lavoro che nasce lontano da Roma, nei laboratori di un’azienda calabrese di Settingiano, in provincia di Catanzaro.

Fondata nel 1980, Desta da 45 anni realizza vere opere d’arte liturgiche, curando con attenzione ogni piccolo dettaglio, dalla scelta dei pregiati tessuti e materiali al rispetto delle pratiche di sartoria tradizionali. Un atelier particolare, forse meglio un’officina, in cui il filo diventa parola, e il disegno simbolo. Nei suoi laboratori sono nati i paramenti che hanno accompagnato l’apertura della Porta Santa: un bellissimo piviale completo di razionale, realizzato con pregiatissimo tessuto di lana tramato oro, e fine ricamo con fili d’oro sulle applicazioni di seta, così come il velo omerale, la casula dal taglio romano, la stola, la mitria e le dalmatiche, tutti ispirati ai mosaici della basilica e realizzati in tessuto avorio con applicazioni in azzurro, oro e argento.

A Desta si deve anche la realizzazione delle casule indossate dai canonici del Capitolo, vesti sobrie ed eleganti che rispecchiano il senso profondo della liturgia. La mitria indossata dal cardinale Makrickas, in particolare, è stata ideata come segno visibile della responsabilità spirituale che accompagna chi guida, ma anche della cura con cui l’artigianato si mette al servizio del sacro.

L’azienda calabrese non è nuova a queste collaborazioni. Nel 2023, i suoi paramenti sono stati scelti per vestire Papa Francesco e i cardinali durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona, e negli anni ha contribuito a numerosi eventi liturgici internazionali, portando l’eccellenza manifatturiera calabrese in contesti di grande prestigio.

di Daniela Malatacca (info@meravigliedicalabria.it)

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