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Ad Altomonte, un gioiello dell’arte sacra gotico-angioina

Ad Altomonte, un gioiello dell’arte sacra gotico-angioina

Ad Altomonte, nel cosentino, è custodita una delle tante meraviglie calabresi che testimonia la presenza della dominazione angioina nella regione, la Chiesa di Santa Maria della Consolazione. La struttura, che è stata costruita attorno al 1336 per volere di Filippo Sangineto, primo conte di Altomonte, oggi racchiude il monumento funerario della famiglia Sangineto, oltre alla tomba di Covella Ruffo e al sepolcro di un cavaliere dall’identità sconosciuta. La Chiesa si erge su un precedente edificio normanno rivolto a Santa Maria de’ Franchis, è stata ingrandita ed arricchita dallo stesso Filippo Sangineto, seguendo le opere del mecenatismo politico e culturale messo in campo dal suo modello partenopeo Roberto d’Angiò, che a Napoli aveva inaugurato la Basilica di Santa Chiara e costituisce il più importante esempio di struttura religiosa gotica-angioina della Calabria.

All‘esterno la Chiesa presenta i tratti tipici dell’architettura gotica-angioina, la facciata è imponente ma sobria, vi si accede percorrendo degli scalini, simbolo delle distanza che l’uomo deve percorrere per elevarsi a Dio, il portone ad arco acuto presenta una strombatura vegetale nell’arco che lo sormonta, sul quale si erge fiero lo stemma in pietra di Filippo Sangineto che intrappola poi la vista dello spettatore, la cui attenzione finisce inevitabilmente sul rosone a raggiera più in alto. E’ proprio lui uno dei protagonisti della bellezza della Chiesa, oltreché una peculiarità dell’arte gotica che ha fatto dell’uso della luce e del contrasto tra il buio e il colore, uno dei suoi tratti distintivi. Proprio come un caleidoscopio la luce, che penetra dall’esterno, illumina e colora l’interno della struttura, facendo comunicare i due ambienti e ponendosi da tramite tra la dimensione terrena dell’uomo e quella spirituale che conduce a Dio invitando i fedeli alla contemplazione. Subito al fianco della Chiesa si erge la torre campanaria, un tempo ricoperta da merlature, che per le fattezze robuste e strutturate ricorda le bastides francesi, delle vere e proprie chiese fortificate che potevano fungere da luogo di accoglienza per la popolazione e i fedeli, in grado di resistere a possibili attacchi e pericoli.

L’interno della chiesa a croce latina presenta un’unica navata alta ed austera con due cappelle laterali, il transetto di grandi dimensioni è coperto dalle volte a crociera e dalle capriate che costituiscono un gioco di volumi tra spazio e pieno, luce e ombra anche grazie all’effetto suscitato, oltre dalla luce proveniente come detto dal rosone, anche dalle finestre monofore, bifore e trifore. Percorrendo il suo interno si osserva un affresco del 1300 che rappresenta Santa Maria della Consolazione, alla quale è appunto dedicata l’intera struttura religiosa, oltre all’altare in legno barocco e alla statua di San Michele Arcangelo.

info@meravigliedicalabria.it

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