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A Vibo, una rassegna sulla Magna Graecia tra mito e cultura

A Vibo, una rassegna sulla Magna Graecia tra mito e cultura

Inizierà tra pochi giorni, esattamente il 25 giugno la ricca e affascinante ‘Rassegna culturale 2023’, giunta ormai alla sua decima edizione, messa in campo dalla Città di Vibo Valentia che si svolgerà nel Cortile del Museo Archeologico Vito Capialbi e vedrà alternarsi teatro, musica e diverse espressioni artistiche, all’insegna della Magna Graecia.

Quella di questa decima edizione è una proposta culturale davvero rilevante, fortemente voluta dal Ministero della Cultura tramite il lavoro svolto dalla direzione regionale musei Calabria, arricchita dalla presenza della compagnia teatrale ‘Graecalis. Il vento della parola antica’, con il patrocinio della Città di Vibo Valentia, capitale italiana del libro 2021, e la partecipazione culturale del ‘Cenacolo degli inquieti’.

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Si inizia appunto domenica 25 giugno con ‘Tragodia’ un recital sulla tragedia greca, per poi proseguire il 2 luglio con la tragedia contemporanea e il 15 e 16 luglio con la musica lirica, ma ancora la rassegna si arricchisce anche dell’incontro tra teatro e letteratura il 23 luglio con ‘Il fiabesco e la fiaba’, che metterà in scena in chiave del tutto originale l’Orlando Furioso, per concludere gli appuntamenti di luglio con ‘Titan‘, la tragedia contemporanea sull’ardito e generoso Prometeo. Ad agosto la proposta culturale vibonese tributerà uno spettacolo il 20 del mese al celebre Giuseppe Ungaretti, per poi concludersi il 9 settembre, proprio come iniziato, con un recital sulla commedia classica.

Una rassegna sulla Magna Graecia tra mito e cultura

La rassegna culturale richiama i miti e la tradizione magno graeca, che costituisce le radici profonde dell’identità e dell’appartenenza calabrese, capace di esprimersi attraverso tutte le forme di arti a partire dal teatro, grande protagonista in questo festival culturale vibonese. Infatti, come indicato dal Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, Mnemosyne, titanide greca che personifica la memoria e la potenza del ricorso, vedrà esibirsi, in una proposta artistica completa, tutte le nove muse sue figlie, che animeranno il suggestivo Castello di Monteleone nei prossimi appuntamenti e tra queste, in particolare, Clio (la storia), Talia (la commedia), Melpomene (la tragedia), Euterpe (la musica) e Calliope (la poesia epica).

Il riferimento culturale alla memoria evidenziato dalla direzione regionale musei Calabria nella figura di Mnemosyne, è molto potente in quanto rimanda alla forza delle cultura di generare e recuperare conoscenza in grado di proteggere e migliorare la vita delle comunità, essendo la metafora del prevalere della civiltà sulle barbarie e del sapere umano, predicato dai greci dell’antica Hipponion, basato sulla scienza e sulle arti. Recuperare e valorizzare, anche attraverso eventi simili, questo immenso e prezioso patrimonio culturale lasciatoci in eredità dalla Magna Graecia rappresenta un sacro ed utile dovere civico, nella continua tensione rivolta alla ricerca identitaria delle meravigliose radici calabresi, sfuggendo all’oblio della dimenticanza di un mondo senza memoria e consapevolezza del suo passato, incapace di tracciare la strada presente e quella futura.

Il Museo Archeologico Nazionale Vito Capialbi, un viaggio nella storia

Il Museo Archeologico Nazionale Vito Capialbi si trova all’interno del suggestivo Castello medievale di Monteleone, fortemente voluto dall’imperatore Federico II di Svevia nel XIII secolo per contribuire alla difesa della città. Imponente, maestoso e austero, il maniero sorge su una collina e domina il paesaggio circostante con una vista spettacolare tra le Serre, l’Aspromonte e la Sicilia con le Isole Eolie.

Tra i più antichi della Calabria, all’interno del museo è conservata una delle collezioni archeologiche regionali più ricche e importanti, capace di trasportare i visitatori in un viaggio che racconta la storia millenaria della città e del suo territorio, dall’età greca (Hipponion) a quella romana (Vibona Valentia) e medievale (Monsleonis). Il museo deve la sua denominazione al Conte Vito Capialbi, attento e curioso studioso, che per primo accorpò nella sua collezione le tracce della cultura materiale e spirituale della città.

info@meravigliedicalabria.it

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