A Verbicaro si rinnova il rito cruento dei “Battenti”

Notte tremenda, quella tra il Giovedì e il Venerdì Santo, a Verbicaro. Notte macchiata dal sangue dei flagellanti. Penitenti che si aggirano insanguinati, quasi spiriti vaganti, per le vie del paese.


È la sera dell’Ultima Cena del Signore, della Lavanda dei Piedi, del giro dei sepolcri. Una volta terminate queste ritualità ufficiali, promosse dalle autorità, ecco che prende forma un rito più popolare, legato a sentimenti antichi.

È il rito dei “battenti” (flagellanti) che si svolge in seconda serata, esso è un retaggio di epoche lontane ed è portato avanti da pochissime persone che lo hanno ripreso negli anni ‘70. Manifestazioni simili c’erano in varie parti della Calabria tanto tempo fa. Oggi permangono a Verbicaro in provincia di Cosenza e a Nocera Terinese in provincia di Catanzaro. Tra i due paesi si sono avviati anche rapporti di condivisione, cosicché i più esperti nella tecnica di flagellazione hanno potuto insegnare il “mestiere”.
Il rito
I flagellanti hanno un loro privato momento di convivialità, un’ultima cena sui generis che li prepara alla notte di penitenza, in cui il fisico sarà costretto a sopportare colpi durissimi. Scalzi e con i pantaloni arrotolati a lasciare libere le cosce e i polpacci, i flagellanti si strofinano i muscoli con un panno di lana.

Poi iniziano a percuotersi con il cardillo, un cilindretto di sughero sul quale sono attaccati con la cera dei pezzi di vetro (resi appuntiti seguendo un criterio).
Fanno tre giri, stesso percorso, cardillo in bocca e braccia al petto, maschere di sangue che si muovono a passo svelto.


Si “battono” in determinati luoghi, come i sagrati delle chiese o il Calvario alla sommità dell’abitato. Lasciano le loro impronte di mani rosse sui muri. Ciò può esser considerato anche un segno di augurio, fatto su muri di case amiche. Poi c’è qualcuno che li aiuta con un po’ di vino, che lava e disinfetta le ferite. La piccola folla di curiosi e reporter li segue. L’odore del sangue misto al vino penetra l’olfatto.
Poi la via Crucis

Si avverte il contrasto tra questa ritualità cruenta e la gioiosa presenza delle persone ai sepolcri. Ma la notte di Passione non è ancora finita per Verbicaro. Mentre i battenti si ritirano per lavarsi e riposarsi, la gente attende la grande processione delle tre di notte, che si configura come una messa in scena di Via Crucis, con statue e figuranti in carne e ossa. (Antonello Zaccaria, guida turistica “Core Calabro”, Foto: Sergio Straface; Andrea Polizzo)
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