A Squillace, nell’altra Umbria di Santa Chiara

La Basilica di Santa Chiara ad Assisi è sicuramente la più importante tra quelle dedicate alla venerazione della giovane francescana. È qui che sono conservate le sue spoglie. Se andiamo in Sardegna, nella città di Iglesias, troviamo invece l’unica cattedrale consacrata alla Santa. Ma un po’ di Chiara, della sua storia, del suo seguire il Povero Francesco, del suo ordine di clausura, è rimasta traccia anche in Calabria, ed è una storia che risale al Cinquecento: avrebbe a che fare con la benevolenza di pii benefattori. Siamo a Squillace, in via Santa Chiara per l’appunto, è qui che, confusi tra i cespi verdi della zona, si trovano, e incantano, i ruderi di un convento e della sua piccola chiesa. Non un piccolo complesso, ma quello che doveva essere stato una grande architettura, così come lasciano intendere le sue vestigie.


Addentrandosi nella parte interna delle mura diroccate è facile ricostruire il disegno di questa antica struttura: la navata era unica, con tre cappelle su entrambi i lati, un presbiterio e il matroneo centrale che dava sul portale d’ingresso sormontato ad arco.


La facciata si mostra ancora come incorniciata da un timpano architravato, il portone principale è sovrastato da una nicchia che forse ha custodito la statua di Santa Chiara. Uno stile barocco si lascia intravedere invece nelle mensole decorate che stanno nella parte bassa del portale. Cinquecento e poi Barocco: una serie di testimonianze scritte farebbe datare la conclusione dell’edificio tra il 1604 e il 1609, tre anni dopo la morte del benefattore che ne avrebbe consentito la realizzazione. Si tratterebbe di un tale Marcello Minniti di Guardavalle rispetto al quale, Padre Fiore nella sua Calabria Illustrata scrive: “per fare un beneficio perpetuo alla famiglia; ove avessero ad alimentarvisi sedici suore sue parenti“. La costruzione potrebbe essere ancora precedente, intorno al 1300, considerando che nel 1600 si scriveva di questo luogo definendolo “nuovo monastero” quindi in contrapposizione ad un convento già esistente, sempre dedicato a Santa Chiara e il primo del territorio. Il complesso,catalogato tra i Beni Culturali del Ministero della Cultura, definisce storicamente il paesaggio, ne conserva la maestosità e il silenzio della clausura, è insieme una storia d’arte e devozione, e rimane un considerevole esempio di architettura dell’ordine di S. Chiara in terra di Calabria.
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