A Reggio Calabria tre donne che hanno fatto la storia

Cosa hanno in comune Rosa Parks, Caterina Tufarelli Palumbo e Mileva Maríc Einstein? Sono tre protagoniste contemporanee che meritano di essere conosciute dalle nuove generazioni come portatrici di messaggi pedagogicamente costruttivi per i bambini, ma, in fondo, anche da tutti noi. Per questa ragione Teresa Timpano ha curato l’organizzazione del festival “Donne nel tempo” – cofinanziato dal Ministero della Cultura e dalla regione Calabria tramite il Piano di Sviluppo e Coesione e realizzato con il sostegno del Comune di Reggio Calabria – che si svolgerà nell’area dell’Arco Vitrioli alla Villa Comunale di Reggio Calabria dall’uno all’undici giugno, dove tre performance ripercorreranno la vita di tre donne che hanno segnato profondamente la storia e la cultura contemporanea. L’ingresso a Donne nel tempo è gratuito con registrazione obbligatoria qui a partire dalle ore 18:00; Rosa Parks andrà in scena l’1, 4, 6, 7, 11 giugno, Caterina Tufarelli Palumbo il 2, 3, 5, 10, 11 giugno, mentre Mileva Maríc Einstein l’8, 9, 10 giugno.
Ma procediamo con ordine, cercando di stuzzicare la vostra curiosità, rimandandovi al festival per cogliere i segni che queste donne hanno saputo tracciare nel tempo, nella nostra cultura e forse, anche se non ne siamo pienamente consapevoli, anche nei nostri modi di pensare e agire.

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Rosa Parks sarà interpretata da Cristina Greco, che farà rivivere il suo celebre rifiuto di cedere il proprio posto in autobus ad un uomo bianco, che la rese un simbolo del Movimento per i diritti civili dei cittadini afro-americani d’America. La sua anima attivista, il suo percorso e il suo impegno civile saranno al centro della performance che tratteggerà una delle figure più importanti della lotta nell’epoca della segregazione razziale. Siamo a Montgomery in Alabama, è il 1° dicembre 1955 e la sarta Rosa Parks sta tornando a casa in autobus da un’ordinaria giornata di lavoro, Rosa conosce bene le regole: i bianchi siedono avanti e i neri dietro ma un piccolo-grande gesto di disobbedienza, legato a quello che sembra una disputa su un futile posto in autobus, a riprova che la sostanza si cela spesso dietro la forma, avrebbe invece cambiato il corso della storia degli Stati Uniti d’America ma non solo, facendo luce su un tema che sarebbe presto entrato con forza nell’ agenda politica contribuendo all’emancipazione femminile e degli afroamericani al motto “mai più seduti”.

Una donna che ha precorso i tempi sarà la seconda protagonista del festival: Caterina Tufarelli Palumbo, il cui ruolo sarà ricoperto da Sofia Lazzaro, la prima sindaca d’Italia è stata calabrese, eletta nel 1946 a soli ventiquattro anni a San Sosti nel cosentino. Precursore di un’azione di cura e attenzione tipica del tratto femminile, la sua personalità si impose nell’azione amministrativa volta a far fronte alla dilagante povertà economica ed educativa e alla diffusa disoccupazione anche grazie alla costruzione di scuole, asili nido e alle rivendicazioni di un giusto salario per la popolazione contadina. Al termine del suo mandato lasciò in eredità un bilancio consuntivo ricco di opere realizzate, ma ancor più importante un nuovo spazio che avrebbero potuto occupare nella politica ma non soltanto le donne del domani.

Infine, ma non per importanza, si ricorderà la storia di Mileva Maríc Einstein, interpretata da Miriam Chilà, prima donna ad aver studiato fisica al politecnico di Zurigo e moglie di Albert Einstein, con il quale, secondo alcuni studiosi, avrebbe collaborato, per la stesura dei lavori sulla teoria della relatività. Mileva Maríc Einstein, già dall’acquisizione del cognome del più celebre scienziato, attraverso la propria produzione scientifica, smentisce la doxa che predica che “dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna“, in quanto Mileva ha dimostrato che il valore scientifico e la capacità culturale della sfera femminile di incidere in prima persona nel mondo che la circondava non era posizionata dietro a nessuno.
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