Skip to main content
Notizie

A Palmi per la processione di Maria Santissima dell’Alto Mare

A Palmi per la processione di Maria Santissima dell’Alto Mare

Il culto di Maria Santissima dell’Alto Mare è legato alla vita di San Fantino (qui) e ad un evento in particolare, riportato nella biografia del Santo, scritta dal vescovo della diocesi di Tauriana, Pietro, nell’813, dove si narra che «tra i miracoli avvenuti per intercessione del Santo vi sarebbe quello della sua apparizione, insieme alla Madonna, su di uno scoglio immerso nel mare, nei pressi di Tauriana» e dello scoppio improvviso di una tempesta che travolge una flotta di navi saracene poco prima dello sbarco. Da qui, il culto verso la Madonna appellata con il titolo dell’«Alto Mare» incoronata con un diadema in oro da Papa Benedetto XVI il 26 maggio 2010. Proprio da questo straordinario prodigio attorno al 560 d.C. nacque il culto della Madonna dell’Alto Mare e dell’effige di San Faustino, il Santo più antico della Calabria, portati assieme in processione in terra e in mare sulla caratteristica «varetta». Questa struttura impiegata come base processionale facilita il trasporto delle statua della Vergine ed è realizzata in legno dipinto di bianco e oro dalle maestranze locali, alla sua base le due stanghe di legno sono sorrette dai «portatori» vestiti con pantaloni scuri e una maglietta sulla quale è raffigurata l’icona della Madonna, o una divisa da marinaio. Oltre alla tradizione religiosa, particolarmente significativa è anche una cerimonia laica: la «Sfilata dei Giganti», due statue in cartapesta portate in processione per le strade durante le festività religiose a Palmi, che vengono fatte roteare su se stesse simulando un ballo accompagnato dal «complesso dei tamburinari».

Il rito della processione per mare e per terra

La festa di Maria Santissima dell’Alto Mare alla tonnara di Palmi è un rito collettivo che da sempre muove questa comunità fortemente devota alla Madonna, alla quale rivolge un appello di protezione verso chi opera in mare. La partecipazione cittadina alla liturgia è totale in quella che non è solo una sacra cerimonia religiosa, ma si spinge ben oltre nella cultura e nelle pratiche palmesi, influenzandone fortemente l’antropologia e gli usi e costumi fino a definirne l’identità e determinandone alcuni comportamenti del tutto peculiari. E’ così che la città si mostra gremita in ogni dove, dalle colorate vie cittadine, alla partecipata navigazione dei fedeli che seguono la Madonna, al cielo continuamente ravvivato dai fuochi pirotecnici che salutano in festa la Vergine accompagnata dalla musica tradizionale e dalle grida dei fedeli. Una liturgia antica che viene dal mare e costituisce uno dei tanti motivi di attrazione per il turismo religioso che in Calabria richiama numerosi visitatori e curiosi, desiderosi di unirsi allo spirito di condivisione della già vivace comunità cittadina legata indissolubilmente dalla fede.

Si sa bene, da queste parti e in tutta la Calabria la devozione per la Vergine è una tradizione antica, che affonda nel passato le proprie radici ed è rimasta viva come liturgia religiosa ma anche sociale, in uno dei tanti momenti nei quali la socialità incontra la religione e la comunità palmese si ridesta per ritrovarsi e rievocare un irrinunciabile rito religioso capace di mostrare un altro prezioso e affascinante tassello colorato che lega Palmi al mare e alla fede.

Inizia la processione della Vergine con al seguito famiglie, turisti e curiosi, ci sono proprio tutti, ma il peso e il tragitto dalla Madonna si fanno sentire e occorre darsi il cambio per sostenere la statua a ritmo di tamburi in una calda giornata estiva. Poi arriva il momento più atteso: dopo l’uscita dalla Chiesa di San Fantino e il tragitto per la strade cittadine, la Vergine lascia la terra ferma per salpare in mare su un’imbarcazione che la saluta con numerose decorazioni floreali. Ben visibile salpa e lascia la costa al seguito di un corposo gruppo di imbarcazioni e moto d’acqua che la seguono, proprio come la Vergine accompagna dalla notte dei tempi i naviganti palmesi in mare, senza risparmiare clacson, urla e festeggiamenti. E’ uno spettacolo, al tramonto la musica tradizionale scandisce il ritmo di questa liturgia mentre le imbarcazioni sfrecciano sul mare e i fuochi di artificio non smettono di stupire, la festa si è spostata nel suo luogo votivo, il mare, che tanto affascina e può mettere in pericolo chi ogni giorno è chiamato ad affrontare le sue insidie.

Si è fatta notte, il caldo della giornata si attenua, ma al contrario lo spirito di festa di questa comunità cresce. La vergine ritorna sulla terra ferma per essere trasportata in una processione sempre più festosa questa volta di corsa da chi, acclamato dalla folla, vestito di bianco a simboleggiare la purezza della Vergine, con una spalla sorregge il peso e con l’altro braccio saluta la folla con un cappello. Il volto della Madonna dell’Alto Mare questa volta è ancora più suggestivo illuminato nell’oscurità della notte, così come i fuochi d’artificio spiccano ancora di più nel cielo di Palmi, tra le luminarie accese nelle vie cittadine. A questo punto la cerimonia religiosa lascia il posto a quella laica che prosegue nella notte tra danze e tamburi, animata dalla voglia di stare assieme di questa fantastica comunità.

Osservare questa profonda tradizione è uno spettacolo visivo ma anche culturale ed antropologico, apprezzandone l’alimentarsi del sentimento di appartenenza che tiene viva la comunità di Palmi unita dalla credenza condivisa e dalla fede. Dal punto di vista antropologico questa tradizione popolare offre una straordinaria occasione di socialità ai membri della comunità per rievocare valori, storia e consuetudini collettive, offrendo allo stesso tempo all’esterna un’espressiva forma di valorizzazione del territorio e delle sue partiche non solo religiose. In questo scenario collettivo i singoli riducono la propria individualità per esaltare la forza sociale dell’«effervescenza collettiva» che permette alle cose sacre di pervadere l’individuo e il contesto nel quale è inserito, citando il padre della sociologia Émile Durkheim.

Nella religione «C’è quindi qualcosa di eterno, destinato a sopravvivere a tutti i simboli particolari di cui il pensiero religioso si è successivamente circondato. Non può esserci società che non senta il bisogno di conservare e rinsaldare, a intervalli regolari, i sentimenti collettivi e le idee collettive che costituiscono la sua unità e la sua personalità».

Émile Durkheim

info@meravigliedicalabria.it

Foto di copertina della Festa della Madonna dell’Alto Mare a Palmi del 2019 – Foto di Pia Caruso

Tag correlati
Condividi
Carrello0
Non ci sono prodotti
Continua a fare acquisti
Search
×