A Palmi nell’antica città dei Tauriani
Nel parco, i resti della casa del mosaico, arricchita da tessere policrome, il santuario urbano, l’antica strada romana (con sbocco sulla Via Popilia, che collegava Reggio Calabria e Capua-Roma), i resti delle capanne dell’età del bronzo e l’arena delle lotte tra gladiatori capace di contenere 3000 spettatori, oltre alla torre di vedetta sulla costa. Sempre nel parco archeologico, sei sculture realizzate in blocchi di marmo bianco dagli artisti Maurizio Carnevali, Patrick Crombé, Raymond Lohr, Marit Lyckander, Luca Marovino e Maria Rucker.
La cripta di San Fantino: il luogo di culto cristiano più antico della Calabria
Realizzata in pietra e malta, all’interno le volte sovrastano l’altare che conserva la tomba di San Fantino, conosciuto come il taumaturgo per i miracoli compiuti dal «cavallaro»: l’appellativo si deve al periodo nel quale il Santo, al servizio di un patrizio romano, veniva impiegato come stalliere, vivendo in segreto la fede cristiana e aiutando i bisognosi attraverso la carità.
Tra i miracoli compiuti da San Fantino (294 – 336 d.C.), uno in particolare, è legato al culto della Vergine dell’Alto Mare e racconta di un giorno, quando le navi saracene pronte a sbarcare sulla spiaggia di Tauriana, naufragarono per un’improvvisa tempesta mentre Fantino e la Vergine apparvero su uno scoglio.
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Foto di copertina: Parco Archeologico dei Tauriani – Foto del Ministero della Cultura