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A Caccuri scoperta un’altra nicchia nella «Timpa della Grotta dei Santi»

A Caccuri scoperta un’altra nicchia nella «Timpa della Grotta dei Santi»

La «Timpa della Grotta dei Santi» è una rupe franosa affacciata a strapiombo sul corso del fiume Neto nel Comune di Caccuri nel crotonese. Il sito si distingue per la sua importanza monumentale e artistica in quanto al suo interno sono presenti numerose grotte artificiali scavate nella roccia e posizionate in un’area geograficamente strategica per il controllo del territorio della valle del fiume Neto che conduce alle montagne silane. Sono proprio le grotte artificiali e la chiesa rupestre a conferire valore storico e artistico al sito, che presenta una cripta con cinque nicchie sulle pareti abbellite con pitture di età medievale. La nicchia centrale ospita i resti dell’immagine di un Cristo Pantocratore, cioè onnipotente, intento a benedire, affiancata da quelle dei Santi e da un Angelo alato. Una tra le più antiche Chiese del crotonese sarebbe da ricondursi alla fuga dei monaci basiliani dall’oriente, che in seguito alle persecuzioni degli imperatori bizantini, arrivarono in Calabria diffondendo le loro opere e lasciando delle preziose tracce ancora visibili sul territorio. Oggi le cripte presenti nelle grotte appaiono consunte con le pareti disgregate dall’azione degli agenti atmosferici, quelle presenti sul terrazzo superiore della «Timpa dei Santi» dovevano servire per svolgere le attività religiose, mentre quelle collocate poco più in basso fungevano da giaciglio domestico per l’accoglienza dei monaci provenienti dall’oriente.

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Post Facebook di Francesco Cosco

A gettare nuova luce sul sito crotonese è stata un’altra scoperta, da parte del docente ed esperto studioso del territorio in epoca medievale Francesco Cosco, di un’altra cripta arricchita dalla presenza di nicchie scavate nella roccia probabilmente predisposte per l’apposizione di icone. Cosco ha evidenziato sul proprio profilo Facebook il cattivo stato di conservazione delle cripte, delle quali resta ancora ignota la data precisa di costruzione.

La stratificazione del territorio mostra inoltre come il sito medievale fosse popolato già dall‘età del bronzo, quando era presente un insediamento strategico per il controllo delle vie di transito dal Mar Jonio al Tirreno seguendo il fiume Neto.

Gli affreschi bizantini che abbellivano queste grotte dovevano essere particolarmente suggestivi e probabilmente espandersi sull’intera superficie della roccia con le colorate tonalità tipiche dell’arte bizantina, delle quali oggi resta soltanto una traccia sbiadita dall’incedere del tempo, capace tuttavia di continuare ad affascinare. Tutelare questo sito in grado di custodire un patrimonio naturalistico e artistico di grande valore, è necessario per valorizzare i segni della «comune identità religiosa» che unisce profondamente il territorio di Crotone alla Calabria, ripercorrendo il tragitto dei monaci basiliani nella regione.

info@meravigliedicalabria.it

Foto di copertina di Andrea Pesavento dell’Archivio Storico di Crotone

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